"Dopoguerra in provincia, microstorie
pisane e lucchesi 1944-1948" di
Carla Forti, pag. 171, Franco Angeli ed.
http://books.google.it/books?pg=RA2-PA171&lpg=RA2-PA171&dq=persico+davini&sig=XJ3xGWC1Ka-T7Nb4stz7Wlt7DXA&ct=result&id=yQb5Q-rfJ2AC&ots=T-XwQLPfvA&output=html
Dalla denuncia di un Persico Davini,
per esempio, apprendiamo il
seguente episodio. Una sera di novembre del 1931 si presentano a casa
di Persico il Ranieri Garzella e "altri loschi elementi" che la vittimi
non conoscee, armati di pistola. Lo prelevano a forza e lo conducono in
riva all'Arno, in luogo isolato. "Che mestiere fai a Livorno?" gli
chiedono. Lui risponde che fa il vetraio. E quelli:"allora" dicono "fai
bottiglie e bicchieri per i comunisti". Lui ha un bel rispondere che
no: quelli prima lo minacciano per fargli confessare amicizie
comuniste, poi cominciano a percuoterlo col calcio delle pistole. Gli
spaccano un labbro, Lui si divincola e si butta in Arno, ma
inutilmente. Lo riacciuffano, lo portano in questura e Persico si fa
nove mesi di carcere prima di essere processato dal Tribunale
Speciale ed assolto "perchè il fatto non costituisce reato" .
documento citiato Archvio Stato Pisa, Comitato Liberazione Nazionale
(fondo archvistico), busta d'archivio 1. f.5, denuncia ms. di
Davini 22/4/45
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Persico è anche citato nel Casellario Politico Centrale (link)