S.Davino:

vedi immagini del santino - sacre images



San Davino dal Franciotti "Historia"
 FRANCIOTTI C., Historie delle miracolose immagini e della vita dei santi i corpi dei quali
sono nella città di Lucca, Ottavio Guidoboni
, Lucca, MDCXIII.

pag 329 Historia della vita e morte di San Davino confessore e romito
(...) Fu Davino santo di natione Armeno. (...) si deliverò di spogliarsi d'ogni bene terreno.
il desiderio suo di visitare il santo sepolcro del Signore (...) dopo d'esser stato (..)
al santo Sepolcro e a Roma, arrivato a Lucca circa il fine di maggio l'anno del Signore 1050
 con l'animo di andarsene in Spagna a S. Iacomo, piacque alla Maestà Divina di mortificarlo quanto al viaggio di Spagna.
 (..) essendo stato da una pietosa matrona di Lucca, per nome chiamata Atha (..) ricevuto ed albergato (..)
accadde per divino volere che gravemente si infermò (..) e gli 3 di Giugno (..) rese al Signore il puro spitito suo
l'anno di nostra salute 1050 e fu al lato della sopra detta Chiesa di San Michele seppellito, come fanno fede
le scritture antiche di quella Chiesa. (..) Era il luogo della sua sepoltura giù  a basso in terra vicino
alla Chiesa dove ciascuno poteva e sederci e camminarci sopra e accadde che ciò facesse una donna che di flusso di sangue
era inferma, onde essendole apparito in visione il glorioso San Davino, le vietò il ponervisi più a sedere
per l'avvenire (..) e in quello ella restò sanata libera dalla sua infermità. (..) fu dal suo sepolcro veduto nascere
 e aumentarsi una vite (..) del frutto della quale molti infermi che ne pigliavano restavano mirabilmente sanati (..)
 Per questi segni miracolosi e confermati dal Vescovo della Città (che all'hora era Gio.V.) e poi al Vescovo Anselmo,
 il fu l'anno 1058 fatto Vescovo di Lucca da Papa Stefano e poi il 1061  assunto alla sede pontificale di S. Pietro
chiamato Alessandro II, si diede ordine, che da quel sepolcro basso fuori della Chiesa fosse tolto quel santo Corpo
e posto dentro la Chiesa, in una cassa di terra rinchiusa un un'altra di marmo (..) all'altare di San Luca Evangelista.
(.
.) nell'anno 1547 essendo decano il  Signore Silvestro Gigli, desiderandosi di accomodare in meglior forma la cappella
e l'altare di quello Santo fu adì 28 di luglio deposto e  aperto il suo monumento e in esso trovato il sacro corpo posto
 in una cassa di terra cotta, dentro ad un'altra di marmo. (..) a gli 11 poi di settembre dopo essere stato esposto
 in Chiesa alla devozione e vista del popolo che fu frequentissimo per spatio di hore cinque; fu alle 23 hore con tutto
 quello che vi fu trovato prima, riposto, & accomodato nel suo altare. Succedendo poi Decano il Signore Martino Gigli,
 e giudicando per miglior accomodamento della Chiesa, che si consentisse da quel luogo togliere l'altare di San Davino,
 deliberò di riponer il suo santo Corpo nell'altar maggiore; onde a gli 3 di settembre l'anno 1592 lo fece deponere,
 e dopo averlo lasciato in chiesa n per spazio di hore 6 e cantato egli messa solenne, lo ripose, & accomodò nell'altar
 maggiore dove è presente.(..) Si celebra la sua festa adì 3 di Giugno, & è posto in tal giorno nel martirologio Romano,
 dove il Cardinale Baronio nella Notazioni afferma havere havuto dalla città di Lucca l'historia di Lui.(..)

pagine del libro

Eremita armeno (ca. 1000-1050), pellegrinò in Terra Santa, poi fu a Roma; di qui si mosse per recarsi a S. Giacomo di Compostella in Spagna, ma di passaggio a Lucca si ammalò e morì; fu sepolto nella chiesa di S.Michele in Foro (Lucca).
Venne canonizzato nel 1159 da Alessandro III, appena salito al soglio pontificio. Si festeggia il 3 giugno

informazioni tratte da "Dizionario dei Santi", edito da TEA, 1989, inviate da maurizio calì (inorbita@tiscalinet.it ,

http://web.infinito.it/utenti/e/enigmagalgano/San_Galgano/santo.html

informazione tratte da la Bibliotheca Sanctorum, inviate da Francesco Diani www.santiebeati.it

San Davino Armeno, venerato a Lucca 3 giugno
Nato in Armenia - m. Lucca, 3 giugno 1050
Nato, come sembra potersi dedurre dalle scarne fonti, in Armenia, avendo per tempo conosciuta la vanità delle cose terrene, distribuì i suoi beni ai poveri, poi abbandonò la terra natale per compiere il grande pellegrinaggio al sepolcro di Cristo a Gerusalemme, alle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo a Roma e di San Giacomo in Compostella. Si vestì succintamente e poveramente, si pose la conchiglia sul petto, prese il bordone con la zucca per l'acqua e si mise in cammino. Raggiunse Gerusalemme, poi Roma. A Lucca, l'anno 1050, fu alloggiato nel piccolo ospedale che sorgeva presso la chiesa di San Michele in Foro. Dopo qualche tempo venne accolto in casa da una pietosa vedova, chiamata Atha. Ma vi stette per poco perché, consunto dalla fatica edalle penitenze, il 3 giugno 1050, cessò di vivere. Venne sepolto nel cimitero di S. Michele in Foro, donde in seguito a miracoli fu portato in chiesa, in un'urna presso l'altare di San Luca. Nel 1567 le sue reliquie furono riposte in un'urna più decorosa. Il 3 settembre 1592 vennero sistemate sopra l'altare maggiore e finalmente nel 1656 furono esposte ai fedeli, i quali il 3 giugno di ogni anno,accorrono numerosissimi a venerarle.


informazioni tratte da Enciclopedia Cattolica, pag. 1248-1249, (1950), presso Biblioteca Nazionale di Roma, giugno 2001

Nato nell'Armenia maggiore, ca. il 1000, morto nel 1050. Scelse ancora giovane la vita della solitudine. Visitò la Terra Santa, donde passò a Roma, sempre quale pellegrino ad limina e di qui volle recarsi in Spagna al santuario di San Giacomo; però, giunto a Lucca, nel maggio del 1050, si ammalò all'ospizio dei pellegrini. La nobildonna ATA lo ospitò in casa propria dove morì il 3 giugno; fu seppelito vicino alla chiesa di San Michele. Alessandro III, probabilmente nel 1159, dichiarò Davino Santo. Le sue reliquie vennero allora trasportate nell'altare di San Luca, nella stessa chiesa, in un reliquiario riccamente adornato, trasferito poi nel 1592 sotto l'altare maggiore. Nel 1647 furono esposte le reliquie ai fedeli, fra i quali numerosi i notabili e mercanti della colonia Armena di Livorno.
BIBLIOGRAFIA Acta S.S: Iunii, I, Anversa, 1695, pag. 327; C. Baronio, Annales, XI, Lucca, 1742; XVII, ivi, 1745 (v. indice); L. Saminiati, Riflessioni sopra la vita di San Davino Armeno, ivi 1700; E. Ferahian, La vita di San Davino Armeno, Venezia 1883, pp. 9-47; Anonimo sacerdote lucchese, Della vita di San Davino Armeno, Lucca, 1907; A. Guerra - P. Guidi, Compendio di Storia eccl. lucchese, ibid. 1924, pag. 145-146.


San Davino

Nascita: Armenia Morte: Lucca Epoca: sec. XI  Data canonizzazione: 1180 - 1199 ca
.
Nel corso del sec. XI giunge a Lucca un pellegrino armeno di nome Davino, che soggiorna presso una devota donna di nome Atha quando viene colto da improvvisa morte. Sepolto nel cimitero di San Michele in Foro, la santità del corpo santo è rivelata da diversi segni prodigiosi, tra i quali l´apparizione di angeli incensanti. In seguito ad alcune guarigioni, i canonici e il vescovo decidono di trasportare il santo nella chiesa, sull´altare di San Luca, entro un´arca "di terra" e di dare inizio alla sua pubblica venerazione. Dal 1592 la reliquia fu collocata sull´altar maggiore della stessa chiesa di S. Michele in Foro, dove si conservava anche il cappuccio di san Davino.
Il suo culto è testimoniato a Lucca a partire dalla fine del sec. XII ed è verisimile che la presenza di comunità armene in città nello stesso periodo, nonché l´intensificarsi dei rapporti tra l´Occidente e la Piccola Armenia (la regione della Cilicia nell´attuale Turchia) abbiano contribuito a promuoverne la venerazione.
In occasione della festa del 6 luglio l´originaria arca di terra veniva riempita d´acqua che era poi distribuita agli infermi; allo stesso modo il cappuccio veniva imposto sul capo dei malati.
http://lucca.cribecu.sns.it/mv/html/sacrumluce.html

Lucca
Chiesa di S. Michele in Foro
Proveniente da:OR
san Davino armeno
1800 - 1849
produzione italiana
vetro policromo dipinto
Iscrizioni: sotto la figura del santo S(AN) DAVINUS ARMENUS //
Iscrizioni: in basso OPA//
struttura rettangolare con sommità centinata
Notizie storico-critiche: La chiesa di S. Michele in Foro ha subito nella prima metà dell'Ottocento interventi di restauro diretti dall'architetto Giuseppe Pardini, cui si deve il rifacimento della facciata,promossi e sostenuti da Michele Ridolfi e Antonio Mazzarosa. Su base stilistica si può far risalire allo stesso periodo la realizzazione delle vetrate, anche se mancano documenti che confermino tale datazione.
Scheda no. 09/00424029
Bibliografia Silva R., 1979, n. 19, pp. 52-58
http://lucca.cribecu.sns.it/db_oa/script/schedaoaPrv.asp?OA__090042402900000


Priverno (LT)
S Davino. C’è una base circolare, in calcare locale di un tempietto o di una tomba.

http://www.pasquali.com/bacino/priverno/priverno6.htm


St.Davinus d.1051 Feastday: June 3
Pilgrim from Armenia veneratedat Lucca, Italy. He started a pilgrimage to Rome and Constantinople butfell ill in Lucca and died there.

http://www.catholic.org/saints/saints/davinus.html

 Davinus (Dalidus) of Lucca (RM)

Died at Lucca, Italy, 1051. Davinus was a native of Armenia who set out on a pilgrimage to Rome and Compostella. Onhis way he stopped at Lucca, where he succumbed to a fatal malady (Benedictines, Encyclopedia). In art, Saint Davinus is a pilgrim upon whose grave a vine grows. He may also be portrayed (1) as a pilgrim with longhairand beads, a conical Orientalcap on hishead; (2) with a cross on hisshoulder;or (3)at his funeral (Roeder). He is venerated at Lucca(Roeder).

http://users.erols.com/saintpat/ss/0603.htm
http://users.erols.com/saintpat/ss/lombardy.htm

Benedictine Monks of St. Augustine Abbey, Ramsgate. (1966).
The book of saints: A dictionary of persons canonized or beatified by the Catholic Church. NY: Thomas Y. Crowell.

Benedictine Monks of St. Augustine Abbey, Ramsgate. (1947).
The book of saints: A dictionary of servants of God canonized by the Catholic Church extracted from the Roman and other martyrologies . NY: Macmillan.

Roeder, Helen. (1955). Saints and their attributes: With aguide to localities and patronage. Chicago: Henry RegneryCompany.


Davinus peregrinus Lucae in Etruria
index
2114: 1051-1250
http://www.fundp.ac.be/philo_lettres/histoire/h2224_d.htm#Davinus

http://www.cantusgregorianus.com/esantiD.htm 

LiturgicalFormulary
CODE DEFINITION

0603d1 Davinus per Etruria s. 11

http://www.katolsk.no/biografi/dlucca.htm

Den hellige Davinus av Lucca ( -1051)

Den hellige Davinus kom fra Armenia, og la ut en pilegrimsreiser til Romaog Compostela. veien stanset han i Lucca i Italia, derhan ble alvorligsyk og døde. Minnedag 3. juni.


http://pages.cthome.net/Villarquemada/sd&h_june.html

3rd June
St. Davinus of Lucca


Saint Davinus

Background 

the Armenian, Lucca

 

Date d1051

Feast Day

03/06

http://www.flick.com/onomastikon/Saints/Alphabet/Saints-D.htm

 

http://www.corrieredelsud.it/giubileo/viegiubileo/articolo1.htm
Da qui si raggiunge la chiesa di San Michele in Foro (sec. XI-XIV) dove è venerato un pregevole Crocifisso su tavola del sec. XII e sono conservate le reliquie di San Davino, pellegrino armeno, morto a Lucca nel 1050.


San Davino di Lucca
Confessore dell'XI secolo

In tutto il mondo, la città di Lucca è celebre, oltre che per il suo intatto anello di mura, per un gruppo di bellissime chiese dell'epoca ro­manica, di un periodo, cioè, che abbraccia il XII e il XIII secolo. Basterebbe ricordare la chiesa di Santa Ma­ria Forisportam, quella di San Frediano, e so­prattutto quelle di San Michele e di San Mar­tino, quest'ultima cattedrale della città . In un momento di straordinaria vitalità arti­stica, l'architettura romanica di Lucca svilup­pò un proprio, originalissimo carattere, che gli studiosi definiscono « pisano‑lucchese », e che si distingue per la leggerezza delle ele­ganti strutture e per una particolare sensi­bilità decorativa.
Nella chiesa di San Michele, una delle più belle di Lucca e della Toscana, proprio nel centro della città venne sepolto, o meglio trasferito dalla ­primitiva sepoltura, il corpo di San Davino uno dei molti Santi lucchesi di quel periodo nel quale, alla fioritura artistica e anche economica, sociale e politica, corri­spondeva anche una fioritura spirituale pari­menti intensa e vivace. Veramente, Davino non era lucchese, come lo rivela il suo nome poco comune, che infatti figura una sola volta nel calendario. Davino era nato, secondo la tradizione, in Armenia, ed era giunto in Italia come pellegrino, negli anni immediatamente successivi al Mille. Nella sua patria, prima di partire per il lun­go viaggio, probabilmente senza ritorno, ave­va venduto tutti i suoi beni e ne aveva di­stribuito il ricavato ai poveri. Il suo pellegri­naggio non era stato dunque un episodio di devozione formale, ma aveva significato un cambiamento e rinnovamento totale dell'uo­mo, ormai staccato, o meglio sollevato, dal mondo. Davino era giunto così a Roma, dove aveva pregato sulle sepolture degli Apostoli e aveva contemplato le sembianze di Cristo nel lino leggendario della Veronica. Poi era ripartito per una mèta ancor più lontana, San Giaco­mo di Compostella, nella Spagna settentrio­nale, l'altro grande polo di attrazione dei pel­legrinaggi paneuropei del Medioevo. La strada Romea, la strada dal Nord verso Roma, e viceversa, passava allora da Lucca. Quando il pellegrino armeno vi giunse venne assalito da una malattia, che lo costrinse a fermarsi. Restò così a Lucca, accettando l'ospitalità di una ricca signora; ricca, ma non troppo cristia­namente esemplare, dato che, si racconta, fu proprio la vicinanza e l'esempio del pellegri­no a edificarla e a correggere quel tanto, o po­co, di mondano che ancora appesantiva la sua vita. Per il suo spirito di penitenza, per la sua as­siduità nella preghiera, l'armeno Davino ven­ne considerato e ammirato a Lucca come un Santo; e anche dopo la sua morte, avvenuta nel 1051, la fama dei suoi meriti restò viva nella città toscana, così che il suo corpo ven­ne onorato con la sepoltura in San Michele;

(Piero Bargellini, Mille Santi del giorno, Valecchi editore, 1977)
http://web.genie.it/utenti/u/unangelo/17maggio.htm#davino


3 giugno
A Lucca, S. Davino confessore.
http://www.cinquepani.it/calend/Martirol/06giugno/01_10m06.htm

 


<>L'attenzione alle reliquie dei santi è parte integrante del programma pontificale di Alessandro II, (Anselmo I da Baggio, già vescovo di Lucca). In occasione della consacrazione della cattedrale di San Martino di Lucca, nel 1070, il papa depone nella cripta, dalla quale era stato tolto a causa dei lavori, il corpo di san Regolo e consacra l'altare di santa Lucina nell'angolo settentrionale presso uno degli ingressi 205.
Si interessa anche al corpo di san Davino che, morto a Lucca nel corso di un pellegrinaggio e sepolto di fronte alla chiesa di San Michele, era divenuto tramite e causa di miracoli. Anselmo fa trasportare il corpo del santo integralmente conservato entro la chiesa racchiudendolo entro un'urna di marmo, probabilmente un sarcofago vero e proprio
206.

205 Cfr. R. SILVA, La ricostruzione della cattedrale di Lucca (1060-1070): un esempio precoce di architettura della riforma gregoriana, in C. VIOLANTE (a cura di), Sant'Anselmo

vescovo di Lucca (1073-1086) nel quadro delle trasformazioni sociali e della riforma ecclesiastica, Roma 1992, pp. 297-309, in particolare p.299.

206  Cfr. C. BARACCHINI, I caratteri dell'architettura a Lucca tra il vescovato di Anselmo I e quello di Rangerio, in Sant'Anselmo, cit., pp. 311-329, in particolare p.314. L'autrice coglie il

nesso con la pratica delle sepolture dei cittadini illustri nei sarcofagi antichi in uso nello stesso periodo nella vicina Pisa.http://www.archiviogiuridico.it/Archivio_12/Zedda_Pinna.pdf


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IL MUSEO DELLA CATTEDRALE DI LUCCA
LE OPERE QUATTROCENTESCHE
http://www.ilariadelcarretto.it/files/il_museo_della_cattedrale_di_lucca.pdf
Il Braccio reliquiario di San Davino fu eseguito nel 1424 da Bartolomeo Stefani, un orafo lucchese
di grande prestigio negli anni dal 1407 al 1455, nonché professionista di fiducia di Paolo Guinigi –
che gli affidò pure il compito di revisionare tutti i pesi usati nel territorio dello stato. Il Braccio in
argento fu commissionato dall’Operaio di San Michele in Foro, chiesa in cui il corpo di San Davino è a tutt’oggi conservato, nell’ambito di una strategia celebrativa che comprese, in quel giro d’anni,
l’esecuzione di una cassa lignea dipinta per conservare e se necessario mostrare ai fedeli l’intero
corpo del santo. Di tale cassa rimane oggi il solo frontale dipinto con il  Seppellimento di San
Davino (Firenze, Collezione Acton), opera di un pittore lucchese ancora anonimo e che gli storici
dell’arte hanno convenzionalmente denominato proprio ‘Maestro di San Davino’.
Il reliquiario pertiene alla categoria dei cosiddetti ‘reliquiari parlanti’, cioè di quei contenitori che
con il loro stesso aspetto chiariscono la natura della reliquia al loro interno. Purtroppo il Braccio di
San Davino ha perduto la base originaria (quella attuale rimonta al ‘700), come pure gli smalti che
ornavano i fregi della manica, e per questo la sua qualità risulta in qualche modo diminuita: rispetto
alla difficoltà di caratterizzare un oggetto del genere, è comunque palese lo sforzo di Bartolomeo
Stefani di rendere il palmo della mano e di animare in forma complessa l’articolazione delle dita


14 APRILE 2009